OTTOBRE 2020 – SU CARRESECARE

Autore

VITO FRUGIS

I paesini arroccati fra le alture della Barbagia da secoli portano avanti antiche tradizioni carnevalesche, rimaste immutate nel tempo. Dimenticatevi l’allegria, la fuga dalla realtà e il sovvertimento dei ruoli tipici del carnevale moderno. Il carnevale barbaricino è un rituale luttuoso e cupo, in cui si celebrano la morte e la rinascita della fertilità della terra. Nella rappresentazione del Battileddu di Lula o dei Mamuthones di Mamoiada o dei Boes e Merdules di Ottana si conservano in forma inconsapevole i riti apotropaici rivolti a Dioniso. Da essi il nome Carresecare, ‘lacerare la carne viva’ in lingua sarda, perché nel culto Dionisiaco venivano sacrificati capretti o agnelli per ingraziarsi le piogge e il raccolto.